Comune di Costigliole d'Asti

La zona dove le estreme propaggini delle Langhe confinano con le prime colline del Monferrato "bisogna averla nelle ossa come il vino e la polenta, allora la conosci senza bisogno di parlarne, e tutto quello che ti sei portato dentro senza saperlo si sveglia adesso al tintinnio di una martinicca, al colpo di coda di un bue, al gusto di una minestra, a una voce che senti sulla piazza di notte".


E' il passaggio collinare della policultura, 123 kmq nei quali, le vigne coprono quasi metà territorio e danno vita a nove grandi vini di cui sette D.O.C. - Barbera d'Asti e Barbera del Monferrato, Dolcetto d'Alba e Dolcetto d'Asti, Freisa d'Asti e Grignolino d'Asti - e due D.O.C.G. - Asti Spumante e Moscato d'Asti- e offrono lavoro a migliaia di aziende e industrie vitivinicole - molte di fama internazionale, e accanto ad enoteche, ristoranti, alberghi e impianti sportivi ed a un'industria metalmeccanica di fama internazionale.


Ma accanto alle vigne c'è ancora il prato, il campo di granoturco, la gaggia, il tartufo, il noccioleto. "A piedi... vai veramente in campagna, prendi sentieri, costeggi le vigne, vedi tutto. C'è la stessa differenza che guardare un'acqua e saltarci dentro". Sei castelli, decine di edifici religiosi, centinaia di opere tra quadri, affreschi, sculture e arredi sacri di grande pregio artistico e storico. Bande musicali, rievocazioni storiche, sagre, leggende e feste popolari ripropongono le sensazioni di una fonte primigenia cui ogni ragazzo divenuto uomo può tornare ad abbeverarsi. Ed è a quella fonte che vogliono tornare i comuni di Calosso, Canelli, Castagnole delle Lanze, Coazzolo, Costigliole d'Asti, Montegrosso d'Asti e Moasca, che si sono uniti sinergicamente nel novembre 2000 per dar vita alla "Comunità collinare tra Langa e Monferrato".
Garantire la sopravvivenza del patrimonio che le piccole comunità costituiscono, sulla base di obiettivi e strategie comuni, è finalità primaria della Comunità, il necessario collante fra il territorio e l'imprenditorialità, per un vero sviluppo socio-economico, per conservare la preziosa unità fra il paesaggio e l'uomo che lo abita e lo coltiva fra le case e le colture, per riappropiarci della terra, " di quell'odore rasposo di collina e di vigna" e dei sapori, per un viaggio nella memoria del futuro.

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